
Identificare l’insorgenza di malattie neurodegenerative, al giorno d’oggi, rappresenta una difficoltà vera e propria e che non può essere affrontata tanto facilmente. Se si tratta di Alzheimer, però, sembra che la proteina tau sia un fattore scatenante per via della sua diffusione. Che cosa dicono gli esperti a tal proposito?
Lo sviluppo di malattie neurodegenerative
Spesso e volentieri, con l’avanzare dell’età, purtroppo è più che comune sviluppare malattie neurodegenerative che compromettono la salute e il funzionamento del cervello stesso. Questo implica che non sarà più possibile svolgere la propria vita come si faceva prima, arrivando a perdere il proprio libero arbitrio piuttosto velocemente in pratica.

Fra le malattie più pericolose, e che colpisce milioni di persone ogni volta, troviamo la tanto odiata Alzheimer. Presente per lo più in persone di mezz’età e anziani, identificarla è difficile e richiede una serie di esami diagnostici piuttosto accurati. Come se non bastasse, il suo sviluppo, è dettato da una specifica quantità di fattori chiave.
Uno dei tanti potrebbe essere la proteina tau. Secondo gli esperti si tratta della causa principale del perché, a lungo andare, l’Alzheimer tende a manifestarsi e a portare problemi con il passare degli anni. Il discorso che riguarda la proteina tau è lungo e complesso, ma necessario da trattare per capire bene il contesto.
Che cos’è la proteina tau?
La proteina tau è conosciuta per un essere fondamentale nella stabilizzazione del citoscheletro nei neuroni, per cui è presente in maniera costante nel cervello. Ma se si verifica un accumulo, quindi un aumento inaspettato di questa proteina si intende, alcune aree cerebrali potrebbero indebolirsi con una velocità inaudita: il motivo non è semplice.

Dato che la sua presenza è praticamente fondamentale, deve essere anche “nella norma” affinché non causi guai con il passare del tempo. Ebbene, per comprendere se la sua diffusione è legata alla vulnerabilità di chi ha avuto un genitore con Alzheimer, è necessario dare un’occhiata all’albero genealogico di uno specifico paziente.
Si tratta del modo più efficiente e naturale per valutare un effettivo pericolo. In caso contrario, sarebbe veramente complicato giungere ad una conclusione reale. Non perché non sia possibile, quanto più per il fatto che, la proteina tau, abbia uno sviluppo particolare nel cervello. Quindi la sua quantità è dovuta a più elementi ereditari.
Gli effetti dell’eredità per l’Alzheimer
Sicuramente, gli esperti, concordano sul fatto che chi ha avuto un genitore con l’Alzheimer, abbia da un 5% al 15% di probabilità di sviluppare la stessa condizione neurodegenerativa. Si tratta di una percentuale molto bassa, certo, ma che fa capire quanto sia importante prestare attenzione anche ai piccoli segnali.

Le anomalie genetiche sono presenti anche quando un solo genitore è un portatore sano di Alzheimer. Per cercare di capire se la malattia sia presente o meno, solitamente gli esperti eseguono un test genetico del sangue, che può servire ad individuare eventuali problemi come questo. Tuttavia, è solo una prevenzione per affrontare l’Alzheimer in seguito.
Dunque, la proteina tau può di certo svilupparsi in quantità errate, ma solo in presenza di un tratto ereditario o per via dell’avanzare dell’età. La diffusione della proteina non è mai casuale ed è sempre dettata da una condizione specifica, che purtroppo può avere una variazione a seconda del soggetto.
In conclusione
Il nostro consiglio è quello di richiedere gli esami appositi ogni sei mesi, così da eseguire un controllo di routine ed evitare che possano esserci dei problemi nascosti all’interno del corpo. Alcune malattie neurodegenerative non si mostrano subito, ed hanno bisogno di tempo per poter manifestare i primi sintomi. Tenetelo a mente per il futuro.

Se prendiamo l’Alzheimer come esempio, non ci si può aspettare che i sintomi vengano fuori da soli. Parliamo di una malattia neurodegenerativa che, per l’appunto, tende a mostrarsi con l’avanzare dell’età o solo con un tratto genetico. E i più sfortunati potrebbero manifestarla persino in giovane età.
Oltre a queste informazioni, non ci sono altri dettagli da conoscere sull’argomento. Parliamo di un tema alquanto delicato e importante al giorno d’oggi, dove bisogna sapere tutto al riguardo per capire in che modo affrontarlo. Altrimenti c’è il rischio di essere colti impreparati sulla faccenda. O addirittura di non sapere che cosa fare più avanti.